giovedì 23 settembre 2021

La correlazione è sufficiente

Forse non ne siamo sufficientemente consapevoli, ma quella che stiamo vivendo è una nuova epoca nella storia dell'uomo, caratterizzata come mai prima dal potere della tecnologia. Questa nuova epoca, anzi questo "cambiamento d'epoca" in cui siamo tutti coinvolti, può chiamarsi "Digital Age" (Età Digitale) e ad essa è dedicata il libro di Paolo Benanti, teologo francescano, esperto di etica delle tecnologie.

La Digital Age, spiega Benanti, nasce nel contesto della "cultura pop", cioè quella cultura tipicamente contemporanea che non si caratterizza più per appartenenza geografica o linguistica, ma per il consumo di media e artefatti culturali (musica, moda, libri, arte, cinema, radio, televisione, oggi internet) che hanno accessibilità e attrattiva di massa, sia nella loro forma analogica che nella forma digitale. Consumo di massa,  produzione industriale, diffusione commerciale: il cambiamento quantitativo diviene cambiamento qualitativo, elemento qualitativamente caratterizzante. 

Altro elemento caratterizzante la Digital Age, forse il suo elemento fondativo, è la comparsa sulla terra di una nuova forma di entità, la "realtà sintetica" , in cui la distinzione tra naturale e artificiale si fa sempre meno riconoscibile. 

Il 16 luglio 1945 inizia la nuova epoca della realtà sintetica con l'esplosione della prima bomba al plutonio, nel deserto del Nuovo Messico. È il primo test nucleare della storia, a cui ne seguiranno fino ad oggi circa 2400. Le esplosioni rilasciano isotopi non presenti in natura, che andranno a sedimentarsi come "geologia sintetica" . 

Il sintetico fa il suo ingresso anche nel cibo, dapprima con lo sviluppo degli additivi alimentari, che incideranno in maniera importante nel produzione e nel consumo. Benanti fa poi l'esempio del chewim gum, la gomma da masticare, miscela di elastomeri sintetici, capace di incidere anche sull'immaginario collettivo. Quindi l'aspartame, dolcificante sintetico usato dalle caramelle ai farmaci, la cui prima autorizzazione al commercio giunge negli Stati Uniti nel 1974. Infine, altra tappa significativa, la presentazione a Londra nel 2013 del primo hamburger di carne sintetica (o Frankenburger) frutto di cellule muscolari nutrite in laboratorio con proteine. Naturale o artificiale? Il binomio appare sempre più inadeguato a descrivere la realtà nuova. 

Il terzo elemento caratterizzante la Digital Age, l'era digitale in cui viviamo, è l'enorme quantità di dati a disposizione. Digit dall'inglese significa cifra. Il mondo digitale, attraverso l'informatica e la rete internet, traduce la realtà in numeri, statistiche, grafici ed equazioni. Questa inedita disponibilità di un'enorme quantità di dati, unita con gli strumenti statistici per elaborarli, offre una modalità completamente nuova di comprensione del mondo: non più la causalità, la spiegazione meccanicistica, ma la correlazione è sufficiente per spiegare o meglio descrivere la realtà (del resto già con la scienza quantistica il probabilismo statistico aveva sostituito il determinismo). L'ICT, la Information e Comunicationi Technology, la tecnologia delle informazioni (i dati) e delle comunicazioni (le reti), modifica allo stesso modo non solo la nostra comprensione del mondo, ma anche di noi stessi. 

Non ci percepiamo e non viviamo più come entità isolate, quanto piuttosto come organismi informazionali interconnessi (inforg) che condividono con agenti biologici e artefatti ingegnerizzati un ambiente globale costituito in ultima analisi dalle informazioni, l'infosfera

Il nuovo strumento capace di indagare la realtà come insieme di dati (l'infosfera) è il "macroscopio", cioè l'intelligenza artificiale (AI) e il machine learning capaci di collezionare e interpretare i Big Data

È il macroscopio la fonte d'autorità di questa nuova epoca. La correlazione è la fonte di conoscenza e i dati l'unica fonte di verità per l'uomo di questa nuova cultura correlativa. 

Quella dei dati è una sorta di nuova religione, il "dataismo", che vede nei dati appunto gli dei del XXI secolo, l'intero universo come un flusso di dati, gli organismi viventi come algoritmi biochimici. 

È solo a partire da questa realtà che possiamo interrogarci sul presente e il futuro dell'umano. 

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