mercoledì 26 febbraio 2020

Prendete e grattatevi

I cafoni si somigliano in tutti i paesi del mondo; sono, sulla faccia della terra, nazione a sé, razza a sé, chiesa a sé; eppure non si sono ancora visti due poveri in tutto identici.

Fontamara di Ignazio Silone è il capolavoro della moderna letteratura meridionalista. Pubblicato nel 1933 in Svizzera, dove Silone viveva in esilio, viene tradotto in 27 lingue e arriva in Italia solo nel 1949, nella prima edizione Mondadori. 

Fontamara è un villaggio immaginario dell'Abruzzo, sulla montagna del Fucino, ma somiglia a ogni villaggio meridionale di ogni paese. Un posto dove le ingiustizie più crudeli vi erano così antiche da aver acquistato la stessa naturalezza della pioggia, del vento, della neve. E i Fontamaresi vestono come i poveracci di tutte le contrade del mondo

Sfruttati, umiliati, abbandonati e ingannati da tutti, persino nei loro sogni migliori i cafoni non sanno regalarsi altro che una nuvola di pidocchi.

Cristo e il papa vennero attorno al Fucino, su tutti i villaggi della Marsica. Cristo andava avanti con una grande bisaccia sulle spalle; dietro gli andava il papa, che aveva il permesso di prendere dalla bisaccia qualunque cosa che potesse giovare ai cafoni. I due viaggiatori celesti videro in tutti i villaggii la stessa cosa, e che altro potevano vedere? I cafoni si lamentavano, bestemmiavano, litigavano, si angustiavano, non sapevano che cosa mangiare né vestire. Allora il papa si sentí afflitto nel più profondo del cuore, prese dalla borraccia una nuvola di pidocchi di una nuova specie e lì lanciò sulle case di poveri, dicendo: "Prendete, o figli amatissimi, prendete e grattatevi. Così nei momenti di ozio, qualche cosa vi distrarrà dai pensieri del peccato".

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