venerdì 25 aprile 2014

Nessuno te l'ha detto


Morirono per la libertà, 
essi, a cui i padri non avevano insegnato 
a vivere liberi.

Ai martiri della Resistenza antifascista e antinazista, la grande poetessa Elena Bono, da poco scomparsa ultranovantenne, ha dedicato versi indimenticabili eppure ancora troppo poco conosciuti.

Per festeggiare la Festa odierna della Liberazione, e rendere contemporaneamente omaggio a questa grande poetessa, animata da una profondissima fede cattolica, ho scelto questi versi meravigliosi dalle "Stanze per Rinaldo Simonetti", detto "Cucciolo", fucilato per la libertà, appena bambino, nei boschi di Chiavari.

La poesia è composta di tre parti (stanze). Salto la prima, per lasciare spazio all'avvio folgorante della seconda. La terza stanza ci porta improvvisamente in una dimensione mistica, ultraterrena.

II

Fucilato è una parola importante
e tu te ne fai bello
nel tuo cimiterino
fra i candidi vecchioni
e i bambini lattanti
e le ragazze che invece dell'arancio
ebbero una corona di fiori di carta. 
T'ascoltano tutti
con grave attenzione ammirati, 
ma che cos'è la libertà 
questo non ci riesci 
per quanto ti provi 
a spiegarlo 
e finisce che sempre
con un grosso sospiro
ti smarrisci a guardare
nuvole e nebbie che vanno
insieme alla luna. 
I morti nella terra
i vivi nelle case, 
gli altri prendono sonno
e soli ad ora ad ora 
gridano i galli. 
Supino ancora guardi 
quelle lunari nuvole andare 
di là dai castagni 
come una volta. 

III

Nessuno te l'ha detto 
che un animo da re ci vuole 
per entrare negli alti 
palazzi della morte
non da qualunque porta 
alla rinfusa gettati 
ma dalla grande entrata 
a testa dritta 
graziosamente 
recando le ferite come fiori in dono
mentre il Signore si affretta all'incontro 
giù per la scalea aprendo le braccia. 
Nessuno te l'ha detto, 
ragazzo di campagna. 
Ma così tu sei entrato.


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