"Esiste uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale: esso si concretizza in una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell’altro" (Benedetto XVI)
domenica 3 giugno 2012
Se anche tu non fossi il mio
Questa domenica, in occasione dell'Incontro Mondiale delle Famiglie, in svolgimento a Milano, il Corriere della Sera ha realizzato una copertina molto bella dedicata al tema della famiglia.
La cover si apre con un bell'intervento di Claudio Magris - "Famiglia teatro del mondo" - con un attacco folgorante: "Le grandi religioni universali, e soprattutto il Cristianesimo, non sono cosa da family day".
E poi un'antologia di testi poetici di autori italiani del Novecento, dedicati ai legami familiari. Tra i tanti, due classici come "La madre" di Giuseppe Ungaretti, e "A mia moglie" di Umberto Saba, che riproporrò nei prossimi post. Qui voglio trascrivere la meno nota, ma bellissima poesia di Camillo Sbarbaro: "Padre, se anche tu non fossi il mio".
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo
per te stesso, egualmente t'amerei.
Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno
che la prima viola sull'opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
E subito la scala tolta in spalla
di casa uscisti e l'appoggiavi al muro.
Noi piccoli dai vetri si guardava.
E di quell'altra volta mi ricordo
che la sorella, bambinetta ancora,
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillando l'attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l'avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch'era il tu di prima.
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t'amerei.
(Dalla raccolta Pianissimo, 1914)
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