mercoledì 14 ottobre 2009

Il contropiede di Dio


Per parlare di Dio – scrive Giovanni Casoli in un saggio su Nuova Umanità – è forse meglio ricorrere alle metafore che alle definizioni “catafatiche” (quelle cioè che vogliono dire per via affermativa e definitoria quello che Dio “è”).

«Ovviamente – precisa Casoli – nei riguardi di Dio anche le metafore non concludono, ma essendo aperte offrono il loro accogliente seppure piccolo vuoto all’infinito incontenibile»

Sta di fatto che «molto dell’ateismo moderno è dovuto alla riduzione di Dio a concetti e giudizi che invece possono appena, nel migliore dei casi, alludervi, e che inoltre hanno bisogno di essere equilibrati con allusioni opposte, perché la verità è sinfonica, come ha ricordato von Balthasar, e antinomica, come ha ripetuto e dimostrato Florenskij».

Insomma, vuole dire il Casoli, questo Dio «infinito incontenbile» sfugge ed eccede qualsiasi definizione, lo trovi dove non te lo aspetti, sorprende e rilancia.

Usando una metafora calcistica: «Dio è il contropiede».


(Foto da Flickr/gordonflood.com)


5 commenti:

  1. ... che però non corre così tanto veloce da lasciarti per strada... questo infinito finito è meraviglioso!

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  2. Hai ragione - oggi, tutto quanto riguarda Dio, tutto, è stato ridotto al livello umano :(
    Eppure Lui si è fatto uomo, si è abbassato al nostro livello, proprio per tirarci fuori da tutto questo fango!

    Bella riflessione.

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  3. grazie gabriella. Noi tendiamo a imbrigliare Dio dentro i nostri schemi. Ma Dio, sembra suggerire il Casoli, ci sorprende sempre

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