mercoledì 26 novembre 2008

Non invano


Ieri ho ascoltato per la prima volta questa splendida poesia di Sergej Esenin, poeta russo morto suicida a 30 anni. In piena Rivoluzione di ottobre, nel 1917, il giovane Esenin scrive questi versi d'incanto che semplicemente ripropongo per un ascolto profondo:

Non invano i venti hanno soffiato,
non invano ha infuriato la tempesta.
Qualcuno, misterioso, di calma luce
ha imbevuto i miei occhi
.

Qualcuno con tenerezza primaverile
nella nebbia turchina ha placato la mia malinconia
per un'arcana e bellissima
terra straniera.

Non mi opprime il latteo silenzio,
non mi turba la paura delle stelle.
Io amo il mondo e l'eterno
come il natio focolare
.

Tutto in essi è benevolo e santo,
tutto ciò che turba è luminoso.
Il papavero scarlatto del tramonto
guazza sul vetro del lago.

E senza volerlo nel mare di grano
un'immagine scatta dalla lingua:
il cielo che ha figliato
lecca il suo rosso vitello



Esenin Sergej (1917), da "Poesia russa del Novecento" a cura di Angelo Maria Ripellino. La foto è presa da Wikipedia.


4 commenti:

  1. che tristezza però, che un uomo con un senso religioso così acuto possa morire suicida...
    credo che sostenere ognuno la speranza dell'altro sia il compito più necessario e bello della vita !

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  2. ...sostenere ognuno la speranza dell'altro... grazie merins

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  3. Grazie. E' una poesia meravigliosa, che non conoscevo.

    LucaGras

    www.pentagras.it

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  4. trovo anch'io che sia meravigliosa, luca. C'è quel verso: "Qualcuno, misteriosamente, di calma luce / ha imbevuto i miei occhi" che continua a scavere dentro di me...

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