giovedì 13 dicembre 2007

S'avventano i corvi

Sul nero paesaggio già s'avventano
i corvi a mezzodì con grida dure,
con la lor ombra la cerva rasentano;
o sostano aggrondati sulle alture.

Vanno il bruno silenzio a disturbare
in cui la piana estatica si stende
come donna cui grave affanno prende,
e talvolta si sentono altercare

per carogne fiutate qui o la.
A un tratto drizzan le ali a tramontana
e scompaiono in mesta carovana
nel cielo in un tremor di voluttà.

4 commenti:

  1. I CORVI di Georg Trakl è la prima poesia della raccolta della Bur (Poesie, 1990) dedicata al poeta austriaco nato a Salisburgo nel 1887 e morto a soli 27 anni a Cracovia, all'inizio della prima guerra mondiale, per un attacco cardiaco dovuto ad un'eccessiva dose di cocaina. Aveva tentato il suicidio al campo militare asburgico e le sue facoltà mentali erano sotto osservazione. Con Hoffmannshal e Rilke, questo povero ragazzo tormentato e disperato forma "la gloriosa triade poetica dell'ultima età asburgica".

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  2. Nero il paesaggio, neri i corvi. La simbologia dei colori è quella tradizionale: il nero vale il lutto, la tristezza, la morte.

    Il paesaggio è nero nonostante sia mezzogiorno (mezzodì), mentre tu immagineresti i campi bruciati da sole. Il silenzio è "bruno".

    I cervi "s'avventano" con "grida dure", con la "lor ombra" (nero su nero) "rasentano" la cerva (che immagino china su una fonte come nei Salmi, immagine della vita, simbolo del battesimo). "Sostano aggrondati", minacciosi dall'alto. Fiutano "carogne" e quando ne sentono nell'aria l'olezzo, il profumo, "drizzan le ali" eccitati, partono e lasciano nell'aria "un tremor di voluttà", un brivido di piacere. Per le carogne. Per la morte.

    Non solo la morte, dunque, che incombe dal cielo. Ma il desiderio di questa morte, il piacere che rimane nell'aria e si può respirare. C'è qui già molto di Trakl, del suo cuore e della sua vita, ma anche del cuore e della vita dell'uomo. Che conosce queste frequenze, le sperimenta, sente o teme di condividere questi pensieri, queste emozioni, queste malediazioni.

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  3. "...la piana estatica si stende / come donna cui grave affanno prende..."

    L'immagine, la similutide è bellissima

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