"La finalità delle attività di comunicazione è costruire relazioni". Sul mensile della Ferpi, Relazioni Pubbliche, trovo questa frase come premessa all'intervista a Maria Elena Caporaletti, responsabile comunicazione Poste Italiane. Mi colpisce perchè sono abituato a pensare - e a raccontare - che la finalità della comunicazione sia lo sviluppo - comunicare per crescere - rispetto a cui la costruzione di relazioni assume un valore strumentale, seppure indispensabile - la comunicazione è efficace (o vera) quando si fonda su una relazione biunivoca con un interlocutore definito e riconosciuto. Non si parla a qualcuno, si parla con qualcuno. Qui c'è invece un passaggio ulteriore. La costruzione di relazioni non è più una premessa, un onere a volte, una necessità mal sopportata dai tuoi capi. Diventa un obiettivo produttivo, la finalità pratica della tua azione strategica così come dell'attività quotidiana. Gli strumenti si sopportano, gli obiettivi si desiderano. Sarà forse più facile in questo modo convincere finalmente i capi ad investire 'a monte' sulla comunicazione, piuttosto che utilizzarla 'a valle' come strumento pubblicitario. La comunicazione - e con essa le relazioni - se intesa come obiettivo d'investimento può risalire la china del processo organizzativo e decisionale di un'organizzazione, abbandonando la posizione appendicolare cui viene di norma relegata.
Non a caso nell'intervista Caporetti afferma: "la comunicazione è un aspetto fondamentale delle strategie del gruppo...per questo non vi è processo decisionale nel Gruppo che non sia condiviso con tutti gli attori del gioco". E ancora: "Riteniamo la coerenza e la congruenza tra la comunicazione esterna ed interna un fattore estremamente importante per il Gruppo, proprio nell'indirizzo della governance..."
... il primo post è già pieno di frustrazione... ma scusa poi, "le relazioni" come obiettivo non suonano più prosaicamente come: facciamo lobbying, che ce serve per avere quello che ce serve?
RispondiEliminasei il solito...moralista. Tu pensi alle lobby io pensavo, ma non ho osato scriverlo, alla Trinità, alla Relazione come origine e come destino, comunicazione del perfetto amore...a meno che tu non pensi che anche Dio sia un lobbista :-D
RispondiEliminano, Dio non è un lobissta... ma noi a volte con Lui, sì! :)
RispondiElimina"lobbista di Dio" fu chiamato Carlo Casini da La Stampa al tempo della legge sulla Fecondazione Assistita...
RispondiEliminama insomma, ragazzi, riuscite a parlare - a parlarvi, a parlarci -per un minuto, una riga, senza citare dio, gesù, chiesa, preti ed eminenze varie (tutto minuscolo).
RispondiEliminaaprire un blog con una riflessione sulla comunicazione e delimitare così militarmente il campo è una contraddizione in termini. un piccolo sforzo di accoglienza, coraggio...
caro parra, hai ragione, come sempre è tutta colpa di Iapino... e non mi dilungo sul significato della colpa per un cristiano...
RispondiElimina... a Ticchettoche!!! Passaggi, finte... Ma fare "gòl" mai, eh...
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