"È un miracolo che quei due siano ancora insieme... Credo che non abbiano capito ancora come vivere". Quello che i vicini dicono di Walter e Patty, i protagonisti del romanzo Libertà di Jonathan Franzen, vale in realtà per ciascuno di noi, sia che siamo soli sia che viviamo dentro una relazione. Chi di noi può dire di aver capito come vivere? Come si vive al tempo della Libertà? Come si vive nel "Paese degli Errori"?
Jonathan Franzen è il «Great American Novelist» dei questi ultimi 20 anni (Time), il «Sommo Narratore Della Famiglia Contemporanea» (Paolo Giordano), di quella occidentale per lo meno.
Libertà, uscito per la prima volta in America nel 2008 (a 10 anni di distanza dal primo grande successo Le Correzioni), rappresenta l’epica dell’amore e del matrimonio contemporanei, tra errori e dolori, aspettative e delusioni, libertà e tradimenti, nevrosi e proiezioni, gioie effimere e depressioni, ideali politici e contraddizioni.
"Non sapeva cosa fare, non sapeva come vivere". È la condizione esistenziale di tutti i protagonisti di questo romanzo, smarriti di fronte alla propria libertà, al proprio desiderio di felicità, personale, familiare, di coppia.
Spiega Paolo Giordano: "Franzen mostra come le felicità dei singoli siano tragicamente non conciliabili e come una catena di buone intenzioni possa talvolta condurre a un crimine. Esiste dunque una continuità spaventosa fra la giustizia e il misfatto, fra il bene e il male, e il territorio che li unisce è una terra insidiosa e solitaria dove ognuno di noi è in balia della sua Libertà".
"Lui e sua moglie si amavano e si facevano del male tutti i giorni". Nei momenti migliori "condividevano la tristezza e il perdono per tutto il dolore che si erano inflitti a vicenda".
650 pagine. "Un capolavoro di costruzione, intelletto e controllata misericordia"
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